Quando una qualunque regola è fonte di confusione senza comportare nessun beneficio, forse sarebbe il caso di prevederne l’abolizione, perché più le cose sono semplici e meglio “funziona” la nostra vita.
E’ il caso della tariffa elettrica Bioraria, che “sulla carta” prometteva importanti vantaggi agli utenti domestici che usavano gli elettrodomestici negli orari serali e notturni, piuttosto che nelle ore diurne.
Purtroppo però, con l’evoluzione della rete elettrica italiana e soprattutto con l’inserimento delle fonti rinnovabili, questa struttura tariffaria è ormai diventata irrilevante, tanto che una famiglia media che cerca di spostare i propri consumi nella fasce “economiche” riesce a risparmiare la bellezza di 1€ all’anno.
Avete proprio capito bene, 1€ all’anno sulla spesa elettrica totale; significa che non si risparmia praticamente nulla !
Di questo aspetto le riviste specializzate ne parlano già da qualche anno, ma al grande pubblico per ora nessuno ha trovato il tempo di spiegare la cosa, quindi eccovi qualche esempio reale.
Facciamo due conti
I conti da fare sono proprio due : quello dell’utente che sceglie la tariffa senza fasce orarie, e quello che sceglie la bolletta bioraria.
Dato che volevo fornire delle cifre ufficiali, ho preso il portale “Trova Offerte” dell’Autorità per l’Energia ed ho fatto un paio di simulazioni prendendo come base il consumo di una famiglia media italiana, cioè 3000 kWh/anno, con un contratto residente da 3kW.
In realtà la famiglia media consuma 2700 kWh/anno, ma mi sono mantenuto volutamente “largo” perché speravo di avere dei risultati di maggiore rilievo.
Ho quindi lasciato perdere le offerte che fanno gli operatori di vendita dell’energia elettrica nel libero mercato, perché sono influenzate dai vari sconti, ed ho preso come riferimento il contratto “standard” denominato Servizio di Maggior Tutela, cioè quello che utilizza i prezzi stabiliti proprio dall’Autority.
A questo punto ho ipotizzato un utente “modello”, cioè talmente bravo da riuscire a spostare circa il 75% dei consumi nelle fasce serali, notturne e festive, mentre il restante 25% circa resta nella fascia giornaliera dei giorni lavorativi. Un compito che anche per un “tecnico” è piuttosto difficile.
Ne viene fuori un risultato paradossale : a fronte di una spesa di 592,22 € all’anno per l’utente che sceglie la tariffa senza fasce orarie (la monoraria), risulta che la famiglia che opta per la tariffa bioraria spende 591,22€ all’anno, cioè risparmia esattamente solo 1 €.
Non ci credete ? Ecco qui i calcoli ufficiali dell’Autorità per l’Energia, che derivano dal portale Trova Offerte (Link Qui).
Del resto dal 2010, con il boom degli impianti fotovoltaici, c’è una sorta di appiattimento dei prezzi dell’energia elettrica durante il giorno, come dimostra il grafico qui sotto, che ho preso dal sito della borsa elettrica (GME), mentre le fluttuazioni più importanti riguardano le ore centrali della sera con le ore della mattina. In pratica non esiste più quello che era il differenziale di prezzo tra le ore centrali del giorno e le ore centrali della notte.
Questo fenomeno si ribalta anche sui prezzi che l’Autorità dell’Energia deve predisporre per le tariffe domestiche, che ora differiscono tra le varie fasce orarie per pochi MILLESIMI di Euro.
Conclusioni
La larga diffusione di impianti che producono energia elettrica a partire da fonti rinnovabili, in particolare degli impianti fotovoltaici, ha cambiato completamente l’andamento dei prezzi nella borsa dell’energia elettrica.
Questo fenomeno ha fatto in modo di appiattire i prezzi, soprattutto durante il giorno, tanto da rendere inutile la tariffa Bioraria degli utenti domestici. Per le famiglie oggi tanto vale semplificarsi la vita ed optare per la tariffa elettrica senza fasce (la monoraria) e utilizzare gli elettrodomestici negli orari di maggior comodità.
Resta l’importante problema della potenza istantanea, che continua ad essere limitata ai 3kW, mentre in altri paesi come Germania, Francia e Inghilterra, parte da un minimo di 5 kW, senza il rischio di trovarsi al buio per aver acceso troppi elettrodomestici contemporaneamente; una ennesima assurdità tutta italiana.
Fortunatamente la riforma delle tariffe domestiche in corso, dovrebbe liberalizzare già dal 2017 le potenze dei contatori, abolendo il vecchio criterio che legava il prezzo dell’energia elettrica alla potenza del contratto. Un pò come se dovessimo pagare l’autostrada in base alla larghezza delle corsie anziché allo spazio effettivamente occupato dal nostro automezzo; ma questo sistema, come ho accennato, dovrebbe avere i giorni contati.
Ne parleremo in un prossimo articolo.