Dopo l’articolo Fotovoltaico e Blackout, cosa dovete sapere, riprendiamo lo stesso argomento, ma questa volta riferito ai possessori di impianti fotovoltaici dotati di Sistema di Accumulo. Avete uno Storage ma alla prima volta che è andata via la corrente, siete rimasti al buio? Ma come, non vi avevano garantito che vi avrebbe evitato qualsiasi problema di blackout? Purtroppo come al solito promettere è facile ma mantenere è un altro paio di maniche.
Vediamo come questa funzionalità dei sistema di accumulo non sempre sia possibile e soprattutto richieda degli accorgimenti non alla portata di tutti.
Punto primo: Sicurezza Elettrica
Quando manca la tensione dalla rete elettrica non è possibile alimentare il proprio impianto con un proprio generatore elettrico (di qualunque tipo sia), se prima non ci si separa dalla rete.
Normalmente infatti gli impianti elettrici sono collegati tutti assieme, cioè la rete costituisce un tuttuno, quindi se colleghiamo un qualunque “generatore” al nostro impianto, parte della corrente prodotta andrebbe a finire anche nell’impianto dei vicini.
Questo comportamento costituisce un problema di sicurezza molto importante perché metterebbe a rischio la vita di qualunque persona che stia “operando” nell’impianto elettrico. Durante un blackout infatti è facile che ci siano persone impegnate a riparare un guasto (un vostro vicino di casa o un tecnico della società di distribuzione elettrica), quindi in tali situazione bisogna assolutamente evitare di immettere energia nella rete elettrica.
Questo problema è risolvibile ma sono necessari degli accorgimenti tecnici; li vedremo tra poco.
Secondo Punto: lo Storage
In secondo luogo, se volete avere energia elettrica in casa anche quando c’è un blackout, dovete farvi installare un sistema di accumulo – che abbia anche l’uscita di backup.
Non date per scontato che questa caratteristica sia presente in tutti gli inverter “ibridi”, o in tutti i sistemi di storage: solo alcuni ne sono dotati.
Chiedete al vostro installatore o verificate voi stessi nei dati tecnici del modello che vi hanno proposto. Oppure, se avete già lo storage, controllate se nell’inverter c’è uno specifico “morsetto” dal quale prelevare 230V per gli elettrodomestici in caso di mancanza della tensione di rete.
Attenzione alla potenza in Backup
Un altro fattore da tenere in considerazione è la potenza che mette a disposizione lo Storage nell’uscita di backup. Potrebbe essere uguale alla potenza massima, oppure limitata dal costruttore, ad esempio 2000W.
Se, come di solito accade, la potenza del sistema di Storage è insufficiente per l’intera unità immobiliare, sarà necessario fare una analisi dei “carichi” presenti in casa e decidere quali alimentare in caso di blackout e quali invece dovranno essere esclusi (cioè potranno funzionare solo in presenza della rete).
Questo significa che nel Quadro Elettrico principale della vostra casa o della vostra azienda, si dovrà suddividere l’impianto elettrico tra utenze “prioritarie” e utente ordinarie, cosa che dovrà fare il vostro elettricista a seconda delle vostre esigenze.
Non è possibile lasciare questo compito totalmente in capo all’installatore, perché non conosce le vostre abitudini né i vostri elettrodomestici: è un “lavoro” che dovete fare assieme.
Vediamo un esempio di suddivisione circuiti per una abitazione:
Prioritario | Non Prioritario (ordinario) | |
Frigorifero | • | |
Lavatrice, Lavastoviglie | • | |
Illuminazione zona giorno | • | |
Illuminazione zona notte | • | |
Caldaia | • | |
Condizionatore | • | |
Luci Esterne/Giardino | • | |
Router ADSL/Internet | • | |
Ricarica auto elettrica | • |
Servono le istruzioni
Un altro aspetto da chiarire è che la funzione di backup dei sistemi di accumulo non è standardizzata. Non esiste una Norma tecnica che dice come deve essere realizzata. Questo significa che ogni costruttore la realizza secondo una propria filosofia. Semmai ci possono essere accorgimenti comuni che derivano dalle norme di sicurezza locali relative agli impianti elettrici. In Italia, ad esempio, si dovranno rispettare le prescrizioni della Norma CEI 0-21.
Ma, norme di sicurezza a parte, la modalità di realizzare questa funzione resta demandata ad ogni singolo costruttore. Non è quindi possibile stabilire come realizzare il backup se non si sono scelti marca e modello del sistema di accumulo: sono le istruzioni di montaggio dello Storage che detteranno le modalità per realizzare il backup. Qui non c’è niente da improvvisare.
Serve spazio
A questo punto, deciso quali carichi devono essere considerati prioritari e quali ordinari, dovrete fare degli opportuni interventi nell’impianto elettrico o comunque nel quadro elettrico principale della vostra unità immobiliare.
Questo richiederà tempo e pazienza, per raggruppare i circuiti in modo probabilmente molto diverso da come era fatto in precedenza.
Nel quadro inoltre, come accennato all’inizio, se si vuole realizzare lo Storage con funzione di Backup, si dovranno installare i dispositivi per atti a separare (isolare) il vostro impianto elettrico dalla rete in caso di blackout. Tutto questo richiede spazi che non tutti i quadri elettrici hanno a disposizione. Se il quadro è già saturo, si dovrà verificare se è possibile ampliarlo o se per questo sono necessarie opere murarie. Una alternativa potrebbe essere quella di trasferire le parte dei componenti in garage o in un magazzino, ma qui le situazioni variano da caso a caso.
Conclusione
Realizzare un sistema di accumulo che sopperisca ad un eventuale blackout non è cosa semplice. Per realizzarlo dovete:
1 – Acquistare uno Storage dotato di funzione di Backup
2 – Verificare cosa dicono le istruzioni riguardanti la funzione di Backup per quel preciso modello;
3 – Verificare assieme al vostro elettricista come e se è possibile modificare l’impianto elettrico per renderlo compatibile con il sistema di backup;
4 – Apportare le modifiche al vostro impianto elettrico, come indicato dalle istruzioni del costruttore dello Storage.
Diffidate di chi vi promette “mari e monti” e soprattutto da chi vi promette che il sistema di accumulo che vi verrà installato farà tutto (caffè compreso). E’ un segnale che forse non lo farà per niente.
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