Poche persone sanno che da qualche anno la potenza del contratto domestico di fornitura di energia elettrica è stata “liberalizzata” ed è possibile chiedere di avere la potenza “personalizzata” a scaglioni di 0,5 kW. Inoltre, fino al 2023 i costi fissi per variare la potenza sono a regime agevolato: perché non approfittarne?
Il vecchio sistema
Nel 2017 con la riforma delle tariffe dell’energia elettrica da parte dell’Autorità per l’Energia (www.arera.it) si è finalmente separato il concetto di potenza da quello dei consumi. Fino al 2016 infatti era proibitivo chiedere una potenza maggiore di 3 kW sul contatore di casa perché i contratti vigenti penalizzavano il prezzo dell’energia elettrica.
Un salasso ingiustificato che derivava da contratti nati con la mentalità della crisi petrolifera degli anni ’70, ma che veniva applicata solamente alle famiglie. Era cioè un sistema inesistente nelle forniture commerciali ed industriali. Fortunatamente il sistema è stato aggiornato ed ora le cose sono più vicine a quanto accade negli altri paesi europei. In paesi come Francia, Inghilterra e Germania, infatti, i contatori domestici hanno potenze che partono da 6kW, quindi gli utenti non hanno il problema dello “scatto” del contatore perché sono stati accesi contemporaneamente alcuni elettrodomestici.
Il nuovo sistema
Con la riforma del 2017 le cose fortunatamente sono cambiate ed ora hanno la giusta logicità. Adesso i costi “fissi” che si pagano sulla base della potenza del contatore (circa 25€/l’anno per ogni kW) servono per coprire i costi di manutenzione delle reti di distribuzione e non hanno nessuna relazione con quanta energia viene consumata nel bimestre.
Inoltre ora gli utenti domestici di bassa tensione hanno la possibilità di scegliere molte taglie di potenza, taglie che l’utente tradizionale può scegliere a ‘scatti’ di 0,5 kW, che sono:
0,5 – 1 – 1,5 – 2 – 2,5 – 3 – 3,5 – 4 – 4,5 – 5 – 5,5 – 6 kW
Oltre questa potenza sono a disposizione le taglie maggiori, di 7 – 8 – 9 – 10 kW, ma per questi contatori la società di distribuzione locale potrebbe aver bisogno fornire l’energia elettrica in trifase anziché in monofase, quindi rimando questo argomento ad eventuale futuro articolo).
Vantaggi del contatore elettronico
Vediamo ora un ulteriore aspetto delle nuove tariffe che deriva dalla regolamentazione applicata ai recenti contatori elettronici, i quali hanno delle “tolleranze” imposte dall’Autorità per l’Energia. In pratica, rispetto al valore contrattuale, i contatori, hanno una fascia di un ulteriore 10% prima di scattare per consumo eccessivo. Questa tolleranza, come vedremo qui con una tabella, ci consente dei margini di manovra molto interessanti.
Vediamo cioè che cosa succede se sfruttiamo a fondo la tolleranza del contatore:
Contratto (Potenza Impegnata) | Potenza reale a disposizione |
3 kW | 3,3 kW |
3,5 kW | 3,85 kW |
4 kW | 4,4 kW |
4,5 kW | 4,95 kW |
5 kW | 5,5 kW |
5,5 kW | 6,05 kW |
6 kW | 6,6 kW |
Come potete vedere, se avete il classico contratto da 3kW, aumentandolo di soli 0,5 kW, potrete consumare quasi 4kW senza il rischio che scatti il contatore, mentre passando ad una potenza contrattuale di 4,5kW si hanno a disposizione praticamente 5kW.
Costi agevolati fino al 2023
Se capita spesso che il contatore “scatta” e vi lascia al buio, forse è il caso che approfittiate per aumentare la potenza contrattuale. Il valore di 3kW è infatti una reliquia del passato che all’estero non esiste quindi vale la pena farci un pensiero soprattutto per le agevolazioni che sono in corso fino al 31 Dicembre 2023.
Prima Agevolazione: niente costo fisso
Se aumentate la potenza del vostro contatore ad uso domestico, entro il 31 Dicembre 2023 il contributo fisso di € 25,51 non vi verrà applicato.
Seconda Agevolazione: riduzione dei costi di aumento della potenza
Sempre se fate l’operazione di aumentare la potenza del contatore per le utenze domestiche (cioè limitatamente ai clienti al di sotto dei 6kW), per ogni kW aggiunto rispetto al contratto in corso, vi verrà applicato un costo “una tantum” di € 55,66 (anziché 70,40€).
Vantaggi anche… al contrario
Queste agevolazioni si applicano parzialmente anche per chi richieda di ridurre la potenza , cosa che si può fare per avere minori costi fissi sulla bolletta elettrica (ad esempio su seconde case, ecc.).
In questo caso torna utile la Potenza Massima, un valore che è riportato nella bolletta elettrica e che indica qual è stato il picco massimo di potenza che avete avuto nel bimestre precedente.
Se non avete sotto mano la bolletta, lo potete controllare direttamente nel vostro contatore usando il pulsante bianco (solitamente in alto a destra): premendolo più volte si trova il dato “Pot. Max” che appunto si riferisce alla potenza massima consumata in un determinato momento del mese (per almeno un paio di minuti).
Per fare un esempio, se voi non siete un grande utilizzatore di elettrodomestici e vedete che nelle bollette non arrivate oltre i 1,5 kW di potenza massima, potete richiedere la riduzione del contratto da 3 a 1,5kW, in modo da risparmiare circa 35€ l’anno.
Conclusioni
La riforma del 2017 permette alle famiglie italiane di allinearsi con gli altri paesi europei, dove nemmeno conoscono il concetto di rimanere “al buio” per aver consumato più di 3kW.
Ma quanto incide in bolletta avere un contatore con maggiore potenza?
Come già accennato, per ogni kW di aumento della potenza contrattuale, si hanno circa 24€ di maggiori spese all’anno, cioè circa 4€ a bimestre.
Se vi capita spesso di dover scendere le scale per riarmare il contatore elettrico, forse vale la pena. Significa poter vivere senza il patema di trovarsi al buio mentre si è sotto la doccia o di vedersi interrotta la preparazione della cena nel robot da cucina. Ci sono quindi dei vantaggi da valutare. Fortunatamente c’è una larga fascia di tempo per fare questa operazione a costi agevolati. Ognuno valuti la propria situazione e rifletta se ne vale la pena.
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Nota: i contatori elettronici raffigurati nel presente articolo sono quelli di E-Distribuzione SpA maggiormente installati.